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Autore: Luciano Allegra

I saggi raccolti in questo libro riguardano la costruzione di false narrazioni e le conseguenti rappresentazioni degli ebrei in età moderna. Il tutto tramite notizie inventate, manipolazioni delle informazioni, travisamenti della realtà trasmessi attraverso libri, cronache, manuali, agiografie. Per un duplice scopo: perpetuare l’accusa dell’innata “perfidia ebraica” e convincere gli “ostinati” ebrei a riconoscere l’ineluttabilità del cristianesimo e abiurare la loro fede.

Le mani di Primo Levi è un libro di poche pagine, ma sono pagine di Anna Bravo, che possedeva il dono di rendere leggera nella scrittura, densa nei contenuti, incisiva e memorabile nell’impatto ogni singola pagina con la sua firma. Nel primo dei due scritti, Reverenza (e si tratta della reverenza provata nei confronti di Levi), Anna Bravo disegna un fulmineo ritratto morale che oggi possiamo leggere anche in chiave di autoritratto, mentre il secondo, che dà il titolo al libro, testimonia la sua capacità di rendere concrete le passioni: una concretezza che comincia dal corpo di chi quelle passioni le prova, e che, come lei sapeva fare, le trasforma in strumenti di consapevolezza civile e di lotta politica.

Per innescare e sviluppare un rapporto di ricerca fra i suoi lettori e Primo Levi si è pensato di costruire a Torino ­- città del grande scrittore – un luogo di scambio e di sperimentazione che permetta a tutti di muoversi con lui in un laboratorio virtuale. Questo libro si fa latore di questa proposta precisa lanciando l’idea Primo Levi LAB. Si è pensato così di dotare la città di una sede che unisca idealmente i tanti luoghi che furono i laboratori dello scrittore: da quello del suo apprendistato di chimico deportato alla Buna di Auschwitz alla fabbrica dove lavorò per trent’anni, alla sua casa e ai tanti luoghi in cui intervenne come intellettuale e testimone. Condensandoli in una sola sede che diventi un luogo di conoscenza, di incontro, di riflessione, dove anche il lettore, il visitatore possa entrare e interagire con l’opera e con il suo autore. Quel laboratorio ideale di fatto esiste già e affonda le sue radici in una relazione con il pubblico avviata da lungo tempo, ma richiede ora di materializzarsi in un luogo concreto per rendere attuali le sue ampie potenzialità. L’idea insomma è di trovare, a Torino, una nuova casa per Primo Levi, dove scoprire le ricchezze che ci può offrire e, su questa base, dialogare con lui.

La proposta di Fabio Levi, presidente del Centro internazionale di studi Primo Levi, va in quella direzione ed è ampiamente illustrata in questo libro che ne motiva i vari aspetti. Per questo molte sue pagine sono dedicate a tracciare un profilo dello scrittore per come oggi, a differenza di un tempo, appare ai suoi lettori e a indagare le forme in cui si è venuto definendo via via il rapporto con i suoi innumerevoli lettori.

Autore: Daniele Trematore

L’autore pone al centro del libro il persistere di riflessi antisemiti anche dopo i primi anni – di prevalente silenzio e rimozione – dalla fine della seconda guerra mondiale. Lo fa a partire dal lavoro di Guido Fubini uscito nel 1984 col titolo "L’antisemitismo dei poveri", che rappresentò un’eccezione nel panorama politico-culturale italiano, volendo essere in primo luogo una denuncia dell’ostilità antiebraica e proponendosi d’altra parte come tentativo di interpretazione generale dell’antisemitismo.

A cura di: Stefania Dassi; Carla Testore

Autori: Annamaria Bava; Stefania Dassi; Marco Ferrari; Enrica Pagella; Lorenza Santa; Carla Testore

Il libro illustra la mostra curata da Stefania Dassi e Carla Testore Animali a Corte. Vite mai viste nei Giardini Reali presso il Palazzo e i Giardini Reali di Torino. Al centro sono le opere realizzate da artisti italiani che hanno voluto interpretare il mondo animale e rappresentarne le diverse specie, sfruttando ciascuno un singolare linguaggio espressivo e una speciale tecnica esecutiva, oltre a diversi materiali. Sedici gli artisti in mostra.

Questo libro ‒ dedicato da Andrea Casalegno ai nipoti e “a chi c’era e a chi quegli anni non li ha vissuti” ‒ costituisce allo stesso tempo un diario esemplare degli slanci e delle disillusioni di una generazione  e il resoconto d’una educazione sentimentale nel rapporto tra il narrante e la moglie, Elisabetta. Un racconto sobrio, ma intenso e a tratti sofferto, con al centro la personalità forte di una donna partecipe dei fermenti e delle rivendicazioni del sessantotto, lucidamente consapevole dei grandi cambiamenti che il movimento femminista ha suscitato.

A cura di Fabio Levi
Autore: Luciano Allegra
Autore: Alberto Cavaglion
Autore: Giancarlo Comino
Autore: Giancarlo Comino
Autore: Fabio Levi
Autore: Sharon Reichel
Autore: Renata Segre
Autore: Matteo Succi

 

Il libro traccia un profilo di lungo periodo del mondo ebraico in Piemonte e in particolare nel territorio del Cuneese. Offre in primo luogo le coordinate essenziali del rapporto del potere statale dei Savoia con i piccoli gruppi di ebrei diffusi sul territorio; attraverso un esame della povertà di questi insediamenti fornisce una rappresentazione della condizione ebraica in età moderna e contemporanea e, nello stesso tempo, offre un piccolo saggio - relativo all'istituto del matrimonio di una cultura diversa e molto legata alle proprie tradizioni.

A cura di Domenico Scarpa
Autore: Dunia Astrologo
Autore: Barbara Berruti
Autore: Giovanni Ferrero
Autore: Simone Ghelli
Autore: Susanna Maruffi
Autore: Enrico Miletto
Autore: Andrea Minuz
Autore: Victoria Musiolek-Romano
Autore: Sophie Nezri-Dufour
Autore: Claudio Panella
Autore: Cesare Panizza
Autore: Domenico Scarpa

Il volume snoda una serie di contributi sulle relazioni tra Primo Levi come scrittore, uomo che praticava l’impegno civile e politico, intellettuale impegnato nei temi dell’accoglienza e della narrazione della Shoah anche nei campi della comunicazione e dell’industria culturale di massa.

A cura di: Giordana Tagliacozzo
Prefazione di:
Fabio Levi

Il volume, curato da Giordana Tagliacozzo, presenta una complessa storia famigliare che, dagli anni difficilissimi tra il 1944 e il 1945 arriva alla fine del decennio, ruotando intorno alla vita di una donna straordinaria: Tosca Di Segni. Ebrea e madre di quattro figli, fu arrestata a Roma con il marito Gino Tagliacozzo e venne deportata ad Auschwitz e Theresienstadt. Tosca ritornò a casa, raggiunse i figli nella Palestina della fine ’45 dove, sempre animata dall’intento di ricostruire la propria famiglia, tentò un difficile inserimento.