L’autore pone al centro del libro il persistere di riflessi antisemiti anche dopo i primi anni – di prevalente silenzio e rimozione – dalla fine della seconda guerra mondiale. Lo fa a partire dal lavoro di Guido Fubini uscito nel 1984 col titolo “L’antisemitismo dei poveri”, che rappresentò un’eccezione nel panorama politico-culturale italiano, volendo essere in primo luogo una denuncia dell’ostilità antiebraica e proponendosi d’altra parte come tentativo di interpretazione generale dell’antisemitismo. Trematore traccia un ampio profilo dello studioso torinese: dalla sua storia di ebreo perseguitato, al suo impegno politico fuori e dentro il mondo ebraico, alla sua attività culturale, al suo contributo all’Intesa fra lo Stato italiano e l’Unione delle Comunità ebraiche. Nello stesso tempo situa le sue idee nel quadro del dibattito sull’antisemitismo tra gli anni ’60 e l’inizio del nuovo millennio. Il libro aiuta così a illuminare un problema cruciale come quello dell’ostilità antiebraica, delle sue varie – e anche nuove – espressioni, attraverso il dibattito che si sviluppa in proposito e tracciando il profilo di una personalità di grande interesse nella cultura del nostro Paese.
329 pp.