A Torino presenze valdesi e, più in generale, protestanti risalgono già all’Antico regime. Fu solo nell’Ottocento, però, che il mutare delle condizioni politiche e sociali consentì il radicarsi nella capitale sabauda di vere e proprie comunità. Il simbolo più evidente di ciò fu la costruzione nel 1853 del Tempio valdese sul Viale del Re (l’attuale Corso Vittorio Emanuele II). A un secolo e mezzo di distanza dall’inaugurazione di quell’edificio, il volume raccoglie una serie di saggi – presentati al Convegno per i 150 anni del Tempio valdese (Torino, 12-13 dicembre 2003) – che riflettono sul rapporto tra Torino e la presenza valdese e protestante fra Otto e Novecento. La costruzione del Tempio è ricollocata nel contesto dei contemporanei dibattiti dell’eclettismo europeo e discussa in relazione alle sue implicazioni simboliche, liturgiche e politiche. Altri saggi si soffermano sulla presenza valdese all’interno del quartiere di San Salvario, sulla costruzione di nuovi templi (come quello valdese di San Donato e quello metodista di via Lagrange), sulle alleanze imprenditoriali e matrimoniali e sulle divisioni di culto di una comunità protestante in forte crescita, sulla presenza di queste élite nelle reti massoniche locali, sulle reazioni del cattolicesimo piemontese, sulle rappresentazioni dei valdesi in ambito letterario. L’analisi storica si incentra soprattutto sui decenni a cavallo fra Otto e Novecento, quando importanti esponenti delle comunità valdesi e protestanti si affermarono tra i protagonisti della vita economica e sociale di Torino. Nel volume storici e studiosi di diversa formazione e competenze si confrontano in un felice dialogo interdisciplinare. Il risultato, mentre s’inserisce in modo originale ed autorevole nel rinnovamento da tempo auspicato della storiografia sul mondo valdese, nello stesso tempo apporta numerosi elementi nuovi alla storia di Torino nei decenni in cui la città ridefinì la propria identità dopo la perdita del ruolo di capitale.
256 pp.