Il libro ha per tema l’attenzione per il mondo ebraico nella vita e nell’opera di Umberto Terracini. Nel secondo dopoguerra il suo impegno al riguardo si espresse in tre campi principali: la società italiana, che faceva ben poco per reintegrare le vittime delle leggi antiebraiche del 1938 e delle deportazioni; il il Medio Oriente, dove il nuovo Stato di Israele e le speranze che incarnava furono oggetto di un rifiuto via via sempre più radicale; infine la situazione in Unione Sovietica, nella quale l’antisemitismo diventò un fatto di prima grandezza. Terracini seguì tutto questo con cura e consapevolezza, facendone oggetto di riflessioni pubbliche e di azioni coraggiose. Ma soprattutto, oltre ad intervenire in Parlamento, sulla stampa e ovunque gli fosse possibile, non esitò mai, su tutti e tre i fronti nei quali si sentiva impegnato, a mettersi in gioco personalmente, per essere più efficace e per non perdere mai il rapporto diretto con i propri interlocutori. Marta Nicolo documenta e analizza puntualmente tutte queste attività restituendoci nel volume il ritratto di un intellettuale e uomo politico italiano di cui risultano l’originalità di pensiero e la coerenza nell’azione concreta.
184 pp.