Il libro raccoglie una testimonianza dell’antico rito provenzale del Seder di Rosh HaShanah da alcuni manoscritti ritrovati nella Sinagoga di Cuneo, città in cui è documentata una presenza ebraica dall’inizio del XV secolo e che nel corso del Cinquecento vide l’arrivo e l’insediamento di ebrei provenienti dalla Provenza; questi manoscritti raccolgono non soltanto i testi (alcuni di essi documentano una tradizione particolare legata alla geografia e alla storia di questa zona, che conserva gelosamente un passato ebraico glorioso: il minhàg – la consuetudine o tradizione locale -provenzale) che si recitano in occasione degli “assaggi” augurali delle sere di Rosh HaShanah secondo l’uso cuneese: in particolare uno di questi testi, di notevole interesse per il pubblico in genere e non semplicemente una ristretta cerchia di dotti, è relativo al Seder di Rosh haShanah secondo il nùssach (versione) particolare della Comunità di Cuneo. Esso è intitolato Kal le-Rosh da un’espressione dei Pirkè Avòt (‘sii lesto fin dall’inizio’: 3,12).
Nel giorno di Rosh haShanah dopo pranzo gli ebrei ci si recano lungo un fiume, in memoria del Sacrificio d’Isacco, a “gettare” nel profondo delle acque i peccati affinché non riaffiorino mai più alla mente. In occasione di tale minhag oltre a “gettare” simbolicamente nell’acqua i peccati nel Giorno del Giudizio, come recitano i versetti profetici al centro del testo, vi si invocano la Protezione Divina e la fecondità. Il libro riporta il testo ebraico del VeTashlikh assieme alla sua traduzione integrale in italiano.
64 pp.