ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2005
ISBN: 9788871581323
Prezzo: 24 Euro

Scienza e potenza. Miti della guerra moderna, istituzioni scientifiche e politica di massa nell’Italia fascista 1935-1945

Autore: Marco Di Giovanni

Il volume analizza il rapporto tra politica, scienza e tecnologia nel settore degli armamenti durante il regime fascista in Italia (nel decennio 1935-1945) da vari punti di vista: oltre a ripercorrerne tappe e protagonisti principali nei diversi campi (dall’aeronautica alla marina, dalle telecomunicazioni all’industria chimica applicata) l’autore presta particolare attenzione agli aspetti della costruzione dell’immaginario collettivo collegato al tema della potenza militare e industriale. Di fatto questo portò all’impostazione di un apparato di comunicazione. L’incontro tra scienza e potenza, tra istituzioni di ricerca e sviluppo della pratica bellica, costituisce una eredità essenziale dalla Grande Guerra. La consapevolezza di tale fusione e dei suoi paurosi, o magici, contenuti, appartiene all’intero contesto europeo ed anima, con segni diversi, tanto le ipotesi operative e dottrinali dei teorici della guerra tecnologica, quanto le politiche nazionali della scienza quanto, infine, le attese ed i timori delle popolazioni nel ventennio interbellico. In questo contesto, alla scienza ed a particolari applicazioni della tecnologia bellica si attribuivano virtualità insieme terribili e liberatorie, tali cioè da decidere con magica rapidità delle sorti di un eventuale conflitto, attraverso una irruzione improvvisa e risolutiva sul campo di battaglia o sul corpo vivo del nemico. Il mito di armi decisive scaturite direttamente da applicazioni belliche di scoperte o invenzioni impensate è parte di quel clima e percorre contesti sociali e nazionali diversi per almeno un decennio prima della nuova guerra mondiale. La dimensione carismatica del potere mussoliniano troverà in questa risorsa prodigiosa uno dei suoi elementi di base.

308 pp.

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Marco Di Giovanni ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia contemporanea all’Universtà di Torino, presso la quale, fino al 2004, è stato titolare di un corso a contratto in “Storia delle istituzioni militari” nell’ambito delle attività del Corso di studi interfacoltà in Scienze strategiche. Ha condotto un’ampia serie di studi sulle istituzioni militari e la società italiana nella seconda guerra mondiale. Fra questi, il volume I paracadutisti italiani. Volontari, miti e memoria della seconda guerra mondiale, (prefazione di Giorgio Rochat, Gorizia, Ed. Goriziana, 1991), il saggio Il 10 giugno nel volume I luoghi della memoria. Personaggi e date dell’Italia unita (a cura di Mario Isnenghi, Roma-Bari, Laterza, 1997) e, in collaborazione con Nicola Labanca, il volume Fantasmi di guerra totale. Studi di storia della guerra chimica (Firenze, Forum per i problemi della pace e della guerra, 1998). Si occupa attualmente del rapporto tra violenza, tecnica e istituzioni militari nel secolo ventesimo (si ricorda il saggio Violenza e tecnica. Fenomenologia bellica e coscienza collettiva nel Novecento, in “Parole chiave”, n. 20/21, 1999) anche in funzione del nuovo profilo assunto dai quadri ufficiali delle istituzioni militari (affrontato nel saggio Ufficiali “comandanti” o tecnocrati? La formazione dei quadri della Marina Militare italiana nel secondo dopoguerra. Tradizioni culturali, scienza e management nell’età della guerra tecnologica, in “Mélanges de l’Ecole Française de Rome”, 2003).