ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2018
ISBN: 9788871582337
Prezzo: 18 Euro

Nell’acquario di Angiporto Galleria

Autore: Francesca Nobili Spada
A cura di: Viola Lapiccirella

Questo romanzo esce ora, dopo il ritrovamento del dattiloscritto ritenuto perduto, a quasi sessant’anni da quando fu scritto. Ne è autrice Francesca Nobili Spada (1916-1961), giornalista, musicista, scrittrice, la quale visse intensamente la stagione del secondo dopoguerra a Napoli. Impegnata in quegli anni in una convinta militanza comunista, si trovò spesso in conflitto con le contraddizioni di un partito rivoluzionario nei principi ma non di rado conservatore nei suoi equilibri gerarchici e nei suoi “codici morali”. Attiva nel 1946 per il “Comitato per la salvezza dei bambini di Napoli”, in prima fila nelle organizzazioni femminili, fu insegnante di filosofia, poi critica musicale e cronista nella redazione dell’Unità (che si trovava in quell’Angiporto Galleria, divenuto naturale punto di incontro di tanti – giornalisti, militanti e dirigenti, intellettuali – che animavano la vita politica e culturale della città negli anni della Guerra fredda). Francesca Spada frequentava i gruppi intellettuali più avanzati e originali della città e fra il 1957 e il 1961 scrisse questo libro: romanzo di formazione collettiva di un gruppo di giovani militanti, – “ci siete tutti dentro” avrebbe detto ai compagni, – ripresi nel fluire dei loro anni migliori tra impegno, ambizioni e passioni, slanci e disillusioni. Un testo apparentemente tradizionale nella forma per la scrittura quasi cinematografica, percorso al suo interno da rotture narrative, a volte frammentario negli intrecci delle vicende dei protagonisti. Leggendolo si è subito immersi nelle giornate di Maria e Paolo, Piero e Giovanni, Massimo, Laura e Marcella, personaggi di quella Napoli che, secondo Anna Maria Ortese, “il mare non bagnava più”. Quei giovani, logorati dalla loro stessa troppo intensa passione, spendono le loro vite nella generosa speranza di poter rifare un mondo migliore.

«A un certo punto del racconto il personaggio di Laura, il più somigliante a Francesca Spada, ricorda le parole dello statuto del partito, stampate sul retro delle tessere: “vita privata onesta, esemplare”. Quattro parole che costruirono intorno a lei, comunista irregolare guardata con sospetto dai compagni per il suo spirito libero oltre che per il suo primo matrimonio con un fascista, la gabbia di pregiudizi e diffidenze arrivata a farla sentire sempre più anomala e sola, fino alla scelta del suicidio. Perché la sua vita privata – e interiore – non risultava conforme ai dettami prescritti da un partito dominato da quella che Ermanno Rea definì “l’ossessione maschilista del comunismo napoletano”. […] Ora, con Nell’acquario di Angiporto Galleria arriva quella che si può considerare un po’ la vendetta postuma di Francesca. Si fa strada intessendo i fili delle vite dei giovani uomini e delle giovani donne che nel dopoguerra animavano la redazione napoletana dell’«Unità», il mitico quarto piano frequentato tra gli altri da Annamaria Ortese, Raffaele La Capria, Giorgio Napolitano, Gerardo Marotta e posto da Ermanno Rea al centro di Mistero napoletano. […]. Ma la storia, più permeata dal valore della testimonianza che della prova letteraria, fa affiorare soprattutto quel privato così fermamente irreggimentato dal partito: i pettegolezzi, i tradimenti compiuti o solo sognati, le coppie tenute insieme dalla disciplina di partito, i matrimoni combinati dai funzionari, la deplorazione per unioni come quella di Francesca e Renzo Lapiccirella, considerate non consone al modello di rigore comunista perseguito.» Titti Marrone, «Il Mattino» 11 aprile 2018

160  pp.

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Francesca Nobili Spada (1916-1961), giornalista, musicista e scrittrice. Accanto all’attività politica nel PCI lavorò nella redazione napoletana dell’«Unità» negli anni 1952-1961.