“No, non posso dire niente al proposito. Anche se mi fa vedere mille foto io non posso dire niente. Non dico niente. Certo, ognuna di queste fotografie avrà la sua storia, ha ragione Lei. Ma io, non le conosco queste persone.”
“… queste fotografie, dove le ha prese? Sono le sue, di famiglia? E chi le ha fatte? Un fotografo? Sa che i fotografi pensano di dare la verità, semplicemente perché fanno vedere ciò che vedono loro? L’obiettivo è oggettivo, dicono.”
“Le brume che avvolgono i primordi della fotografia non sono fitte quanto quelle che gravano sopra le origini della tua esistenza, candidato! Anche tu, come le fotografie, vieni dalla camera oscura e un giorno o l’altro ci tornerai! Come ti permetti di parlare e di straparlare di fronte a quelle fotografie?! Sei caduto nella trappola, pensavamo che fossi più furbo, invece no.”
Un fotografo e uno scrittore intrecciano i loro racconti di fotografie e parole, confrontandosi e riferendosi l’uno all’altro in un rimando tra immagine e testo che rende il libro leggibile da tanti punti di vista possibili e attraverso vie diverse e a volte inconsuete.
132 pp.