Attraverso lo studio dell’Ospedale Maggiore di Genova, Pammatone, e dei suoi assistiti, nello scorcio del XVIII secolo, questo libro parla della complessa relazione esistente tra gli istituti assistenziali di età moderna e la popolazione che vi si rivolgeva. Tale relazione era composta da un’ampia e intensa gamma di scambi: da una parte l’istituto erogava cure e risorse materiali, professionali, culturali, ma dall’altra era proprio l’ampio consenso concesso dalla popolazione a legittimare il suo potere, e a consentirgli di esercitare una funzione cruciale di controllo sociale attraverso la sua magistratura, la sola a potersi incuneare nei recessi più intimi della vita della gente. Le migliaia di cause criminali, soprattutto quelle concernenti il parto illegittimo, e la ricca documentazione ci restituiscono uno spaccato vivo dei rapporti di lavoro, delle relazioni affettive e delle mille strategie di sopravvivenza di una città d’antico regime e del suo contado.
245 pp.