«Delle Accademie, degli Istituti e delle Associazioni di scienze, lettere ed arti non possono far parte persone di razza ebraica». dal R.D.L. 15 novembre 1938, n. 1779
Con questa ed altre disposizioni il ministero dell’Educazione nazionale dimostrò di voler effettivamente attuare nel settore di propria competenza «un’arianizzazione che può essere definita totalitaria», come indicato da Giuseppe Bottai, eliminando gli ebrei da tutti i centri di produzione intellettuale e di trasmissione culturale che dipendevano dal suo dicastero. Questo libro analizza l’espulsione degli ebrei, a partire dalla documentazione del censimento razzista effettuato da ciascuna accademia nel secondo semestre del 1938. Ma il censimento riguardò tutti gli accademici, anche quelli «di razza ariana». Nel libro si parla anche di questi: del pronto accorrere di molti a proclamarsi talora assolutamente cattolici e talora fieramente «ariani», del rifiuto silenzioso di alcuni di partecipare all’operazione di censimento, individuata come il primo atto della persecuzione e non come un precedente neutro di essa, dell’unica contestazione esplicita del carattere persecutorio del censimento rintracciata tra le risposte degli accademici non ebrei.
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405 pp.