Argomento di studio abbastanza trascurato dalla storiografia, la frutta rivela in questo libro l’importante ruolo che essa assume nei diversi ambiti culturali, indagati in una prospettiva di lungo periodo. Lo studioso potrà ricavarne suggestioni e stimoli per nuove e più puntuali ricerche, mentre il lettore si sorprenderà di trovare risposta a interrogativi e curiosità intorno alle “storie” della frutta.
Attraverso la voce del pensiero medico-dietetico, delle pratiche gastronomiche, della letteratura, dell’arte e della scienza, ma anche attraverso la storia del diritto, della simbologia, della religiosità, sarà possibile riscoprire il significato più autentico di un cibo prezioso: un vero “dono della natura” oggi sempre più spesso sacrificato alle leggi del mercato.
Dall’indice:
IRMA NASO Frutta tra passato e presente. Ricerche pluridisciplinari
Gli alberi e la storia
ALFIO CORTONESI Produzioni e paesaggi dell’arboricoltura italiana medievale
GIUSEPPE GULLINO Alberi da frutto negli statuti comunali piemontesi
ALESSANDRO CARASSALE La coltivazione degli agrumi in Liguria tra tardo medioevo e prima età moderna: varietà e normative di raccolta
FRANCESCO AIMERITO Frutta e piante da frutto nei bandi politici e campestri del Piemonte sabaudo
I saperi e la tavola
GABRIELE ARCHETTI «Parvula poma sumebat». Suggestioni dal mondo monastico
MARILYN NICOUD I medici medievali e la frutta: un prodotto ambiguo
IRMA NASO Frutta e gastronomia. Libri di cucina tra Italia e Francia nel tardo medioevo
MARÍA DE LOS ÁNGELES PÉREZ SAMPER La fruta en la corte española de la edad moderna
ALBERTO CAPATTI Pellegrino Artusi: la frutta, le ferrovie, le conserve
Il racconto e l’immagine
MARINA MONTESANO Frutta avvelenata, frutta stregata
ADA QUAZZA Pomi, fragole, mirtilli… Dai «Tacuina» ai margini dei libri di preghiera
PAOLO ROSSO Tra immagine e testimonianza. La frutta nella letteratura tardomedievale e umanistica
AVE APPIANO Frutta e cibi disposti nella natura morta fiamminga e italiana. Seduzioni estetiche e artifici simbolici
La memoria e la scienza
LAURA PROSPERI Catalogare i pomi nel tardo medioevo. Tracce di classificazioni pre-scientifiche nella tradizione enciclopedica latina
TOMMASO ECCHER La Pomologia artificiale e l’opera di Francesco Garnier Valletti
OSVALDO FAILLA Origine ed evoluzione della biodiversità nelle specie arboree da frutto
ISABELLA DALLA RAGIONE Archeologia Arborea: ricerca e conservazione di vecchie varietà di fruttiferi nel Centro Italia, tra storia, paesaggio e arte
“Fatta eccezione per la viticoltura, la cui importanza economica ha da sempre suscitato l’interesse degli studiosi, la frutta, come soggetto storiografico, non ha per il resto riscosso molta fortuna, forse anche a causa della penuria di testimonianze che ne documentino il consumo. Tanto più meritorio appare dunque questo volume, che raccoglie gli atti di un recente convegno sull’argomento, organizzato dal Centro Studi per la Storia dell’alimentazione e della cultura materiale di Torino, intitolato alla studiosa Anna Maria Nada Patrone, prematuramente scomparsa. Grazie al contributo di specialisti appartenenti ad ambiti disciplinari diversi, viene delineato un quadro multiforme di tematiche, che affrontano le molteplici chiavi di lettura alle quali l’argomento si presta. Il volume si divide perciò in quattro sezioni, ciascuna dedicata a uno dei numerosi settori d’indagine applicabili alla frutta: quello storico, in primo luogo, comprendente saggi volti a chiarire le origini e la diffusione delle colture frutticole, la loro tipologia, la normativa a tutela della produzione e del commercio e quella concernente le prescrizioni igienico-sanitarie. La seconda sezione tratta dell’impiego alimentare della frutta, e quindi della sua utilizzazione in conserve, alimenti e medicine, con implicazioni riguardanti il pensiero medico-dietetico che, da un lato, considerava la frutta dannosa come alimento e nociva all’organismo, e, per altro verso, ne faceva largo impiego nelle confetture medicinali. I trattati scientifici del tardo Medioevo, infatti, attribuivano alla maggior parte dei frutti, specie se succosi e zuccherini e soprattutto se consumati crudi, varie controindicazioni per la loro facilità a fermentare nello stomaco. Nella realtà quotidiana, però, i libri di cucina utilizzavano abbondantemente questo prodotto, cotto e debitamente manipolato, per numerose ricette. Soprattutto la frutta secca, e le mandorle in particolare, occupavano un ruolo di primaria importanza nei ricettari medievali, utilizzate talvolta nella preparazione di salse, talvolta come componente importante dei piatti di magro, tanto che, durante la Quaresima, si producevano persino ricotta e burro col latte di mandorle, per non parlare degli onnipresenti alimenti in pasta di mandorle. Argomenti della terza parte sono lasimbologia (la mela avvelenata o emblema della tentazione nel Paradiso terrestre, l’uso simbolico della frutta nella letteratura medievale e umanistica) e l’iconografia: dai Tacuina sanitatis lombardi tardo-trecenteschi, in cui è frequente la raffigurazione di alberi da frutto, ai «libri d’ore» quattrocenteschi italiani, francesi e fiamminghi, con cornici ricche di fiori e di frutti dal significato simbolico, o recanti la narrazione delle attività agricole di ogni mese, alle nature morte fiamminghe e italiane come meditazione sulla fragilità e transitorietà dell’esistenza. Il volume si chiude con una quarta e ultima sezione, in cui il soggetto «frutta» viene analizzato dal punto di vista scientifico, sviluppandone i vari aspetti: dalla classificazione vegetale delle specie arboree utilizzate nel Medioevo, a quelle in vigore nell’età moderna, fino all’epoca contemporanea, e alla ricerca e e alla ricerca e conservazione delle varietà frutticole antiche. Vanno segnalate, in particolare, le pagine dedicate alla coltura del pesco, che, originario della Cina, si diffuse in Italia dall’epoca romana (I secolo d.C.)”.
Maria Paola Zanoboni, in «Medioevo», febbraio 2013.
256 pp.