La corte posta al centro di questo volume non riveste il ruolo di puro palcoscenico dell’apparenza, ma acquista lo spessore di un’istituzione del vivere politico e sociale. Il contesto è quello della formazione dello Stato principesco, secondo strategie che furono insieme europee e italiane. Il libro analizza, cioè, i processi di aggregazione e ridefinizione dei rapporti fra poteri ed élites negli spazi savoiardi e subalpini, utilizzando la dimensione curiale come prisma significativo. La periodizzazione esce dagli schemi convenzionali, puntando a far dialogare i secoli del tardo Medioevo e della prima età moderna. La Contea, poi Ducato di Savoia, l’appannaggio piemontese dei Savoia-Acaia, i Marchesati di Saluzzo e di Monferrato, la dominazione degli Orléans ad Asti costituiscono i fulcri della prima parte del volume. La seconda si concentra sui territori che tra XV e XVII secolo assistettero alla progressiva attrazione esercitata dalla corte dei Savoia, in una realtà ancora assai dinamica fra le province subalpine. Esempi di fedeltà variabili e bifronti strette con Stati vicini rendono conto della complessità delle reti di relazione costruite intorno a un potere sovrano e ai suoi cerimoniali di corte. I rapporti dinastici e diplomatici hanno inoltre suggerito di allargare l’orizzonte di studio al confronto con alcuni modelli curiali stranieri. La prospettiva di lunga durata ha consentito, così, non solo di seguire trasformazioni importanti nei rituali, ma di ricollocare in una giusta luce figure di principi a lungo rimaste in ombra o scarsamente valutate. A Guglielmo IX di Monferrato, a Ludovico II marchese di Saluzzo e a Carlo II di Savoia il libro dedica, non a caso, un certo spazio e rilievo. L’analisi dei rapporti tra aristocrazie e principe, svolta sulla base di puntuali riscontri prosopografici, supera infine alcuni luoghi comuni, consolidati dalla storiografia dinastica e sopravvissuti, spesso un po’ acriticamente, fino a oggi.
573 pp.