Il libro parla degli ebrei del ghetto istituito a Torino nella prima metà del Settecento, di quei pochi che uscirono o furono costretti ad uscire dal ghetto e dei più che vi rimasero. L’autore delinea le traiettorie che condussero alla perdita dell’identità religiosa per alcuni (dalle spinte alla conversione, ai battesimi forzati, all’istituzione dell’Ospizio dei catecumeni) e ricostruisce i meccanismi di coesione che reggevano l’assetto comunitario, tenendone insieme i membri (trasmissione dei patrimoni attraverso doti ed eredità, gestione dei banchi, consumi e distribuzione della ricchezza ecc.). Le appendici raccolgono una notevole mole di dati sulla composizione dei patrimoni (beni di consumo, vestiario, libri) e un glossario dei termini dialettali.
344 pp.