Il libro analizza il problema della criminalità alla fine del XIX secolo nella città e nei dintorni di Biella. Sul finire dell’Ottocento, infatti, quella zona rappresentava uno dei più importanti distretti industriali italiani: accanto alla accelerazione del processo di fabbrica e al progresso economico, conobbe in quel periodo un aumento della delinquenza tale da destare vive preoccupazioni presso il ceto dirigente e industriale, le classi borghesi e la popolazione tutta. Biella, la “Manchester d’Italia”, sembrò divenire un palcoscenico dove, in mezzo a strati sociali in parziale frantumazione e ricomposizione, il vento della modernità avanzava vischiosamente segnato da residui culturali antichi e da nuovi antagonismi. In questo contesto, medici e criminologi, magistratura e forze di polizia cercarono di individuare e affrontare, neutralizzare e alle volte capire criminali e devianti, sovversivi veri e presunti o semplici marginali, restituendoci uno spaccato storico e sociale ricco di sfumature e di contrasti.
232 pp.