Questo volume presenta un testo molto interessante della prima metà del Seicento, in cui viene descritta la figura dello scià di Persia, Abbas. La speranza di un’alleanza tra la cristianità e la Persia aveva infatti portato Pietro della Valle, appartenente a una delle più illustri famiglie della nobiltà romana, a frequentare la corte persiana tra il 1616 e il 1623. Dotato di una vasta cultura umanistica, egli non fu meno profondamente interessato a quella dei paesi visitati, e può essere contato tra i primi seri orientalisti europei. Sincero ammiratore del grande scià safavide, al ritorno in patria pubblicò un’opera nella quale contrappone luci e ombre della personalità del sovrano, cercando di dare del suo operato un giudizio obiettivo. Nella letteratura europea del Seicento, in piena Controriforma, quest’opera costituisce un documento singolare, la testimonianza di una compartecipazione eccezionalmente viva alle vicende di uno stato musulmano e a quelle umane del suo re, uno scritto che, tanto più oggi, merita di esser fatto conoscere.
144 pp.