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A cura di: Adriano Mei Gentilucci, Giorgio Quinto
Presentazione di: Goffredo Fofi

«“Segni equivoci”, cioè anche sospetti, sospettabili, non univoci; segni "ambigui", cioè a più facce, e anche, come dicono i dizionari, che non danno affidamento? ... Molte cose legano tra loro questi artisti, queste opere. Alcune sono evidenti e immediate; altre nascoste e confuse... È il loro progetto a essere “equivoco”, o “ambiguo”, allora? Può darsi, perché è il progetto di noi tutti a esserlo, oggi. Ma sicuramente questi artisti sanno bene l’impasse di civiltà in cui essi e noi tutti ci troviamo costretti, e la difficoltà a trovare una via d’uscita per tutti, o anche per pochi, fuori dal dialogo irrequieto con l’epoca, a partire dai propri mezzi e dalla difesa dei propri spazi» (dalla Presentazione di G. Fofi).

Autore: Giuseppe Pino

– Miles arrivò nel mio studio di New York con la moglie e due guardie del corpo... Lo feci sedere e dissi al mio assistente di detergergli il sudore con un kleenex... lui guarda l’assistente e, gelido, gli fa “anche se continui fino a domani, il nero, non viene via...” Da almeno 25 anni le fotografie del mondo jazzistico di Giuseppe Pino sono considerate dei classici. I trentanove ritratti qui riprodotti ne rappresentano un saggio significativo.

Autore: Guido Scarabottolo

«Lavorava di notte, al quinto piano senza ascensore, una fatica andare a vedere. Chino a terra sui grandi fogli bianchi. Lì per lì, non è rimasto chiaro a nessuno il senso di queste caffettiere... Le caffettiere, dice lui, vanno lette dalla più complicata alle più semplici e le più semplici, forse, sono quelle in cui il paesaggio fuori delimita un campo bianco, a forma di caffettiera appunto» (dalla Prefazione di A. Mei Gentilucci). Diciannove riproduzioni di originali in acquaforte, serigrafia, matita, con un unico soggetto: la caffettiera.

Autore: Paolo Guidotti

Un catalogo con le immagini di trentadue oggetti-scultura, trentadue bersagli del mondo magico di un artista che si muove tra Luna Park dell’infanzia, giardini zoologici e tirassegni della memoria.

Autore: A.A.V.V.

Tutto è cominciato da un gioco con l’alfabeto ebraico svolto dagli allievi della scuola elementare ebraica "Colonna e Finzi" di Torino: – Inventate anche voi un alfabeto figurato e disegnatene le lettere –. Le policromie dei disegni infantili sono corredate dal testo ebraico, inglese e spagnolo, per agevolarne la lettura nelle scuole ebraiche di tutto il mondo.