Questo libro ‒ dedicato da Andrea Casalegno ai nipoti e “a chi c’era e a chi quegli anni non li ha vissuti” ‒ costituisce allo stesso tempo un diario esemplare degli slanci e delle disillusioni di una generazione e il resoconto d’una educazione sentimentale nel rapporto tra il narrante e la moglie, Elisabetta. Un racconto sobrio, ma intenso e a tratti sofferto, con al centro la personalità forte di una donna partecipe dei fermenti e delle rivendicazioni del sessantotto, lucidamente consapevole dei grandi cambiamenti che il movimento femminista ha suscitato.