Il libro affronta la questione della politica razziale nazista e fascista di fronte al problema dei “misti”, gli ebrei sposati ad “ariani” e i loro discendenti, svolgendo il complesso tema sotto due punti di vista: le testimonianze di chi fu direttamente coinvolto e gli aspetti legislativi e normativi, in Italia, in Germania e nei paesi occupati. Gran parte dei regimi dittatoriali dell’Europa della prima metà del Novecento si trovarono infatti a dover risolvere, avviata la loro politica razzista e antisemita, diverse questioni; i teorici della razza cercarono di riuscire a tracciare una netta linea di separazione tra chi consideravano da escludere dalla società, ma questo si rivelò impresa piuttosto difficile, che investiva aspetti giuridici, economici, politici e religiosi. La questione dei matrimoni misti assunse così caratteristiche peculiari nei diversi paesi d’Europa: alle incertezze nella legiferazione corrispose la diversità della sorte di ciascuno dei perseguitati, in relazione al momento, al luogo e all’autorità che lo identificò. Anche la reazione, o la passività, dell’opinione pubblica ebbe un peso rilevante, in Germania e nei territori occupati. La vastità del complesso piano di distruzione nazista finì col toccare anche quelli che si credevano al sicuro, sia pure sulla linea di confine che distingueva chi era degno o no di vivere.
281 pp.